145 km. 50 partecipanti. medie dai 28 ai 32 km/h con punte dai 40 ai 44 km/h. più di 5 ore in sella
questa la milano torino 2010 in breve. la versione lunga dopo il salto
si parte da via Torino poco dopo le 6 e fino ad Abbiategrasso si va abbastanza tranquilli, anche se sui primi cavalcavia qualcuno cerca di saggiare la gamba (sua e degli “avversari”) forzando un po’
prima sosta. colazione e per i più coraggiosi sigarettina apri-polmoni
si riparte e fino alla tappa successiva ci aspettano una sessantina di km, parecchi muri di nebbia e tanto freddo
il gruppo si sfalda in vari tronconi, ognuno con la sua media. qualcuno si perde nella nebbia e si ritrova a vercelli. qualcuno è tuttora disperso nella campagna piemontese
ci si riunisce tutti a Morano sul Po, paesino di 1500 abitanti invaso da un orda di ciclisti stanchi e affamati. il barista (dell’unico bar del paese) non capiva più nulla
l’ultimo ad arrivare è dade, che ha scelto l’abbigliamento più adatto al clima mite che ci ha accompagnati fino li
il tempo di fare una foto con Miss Morano e si riparte. altri 50km fino alla sosta successiva: Chivasso
qui la mia inesperienza mi ha fregato. ho provato a stare col gruppo di testa ma il ritmo era troppo elevato. ho perso piano piano contatto fino a rimanere da solo. per 30km. terribile
dopo Chivasso mancano “solo” 25km ma nonostante la stanchezza l’andatura non scende e i più forti si staccano quasi subito, gli altri invece cercano di mantenere una media dignitosa per non sfigurare troppo
poi ad un tratto come un miraggio ti appare davanti questo cartello e non hai neanche la forza di esultare, soprattutto quando ti dicono che da quel cartello all’arrivo ci sono ancora 5km
sembra che il primo ad arrivare sia stato Ortu, che per tutto il tragitto si lamentava dei crampi e della sua scarsa forma
si dice che fosse una tattica per spiazzare gli avversari, altri sostengono che nella sua borraccia non ci fosse solo acqua
è stata una bella avventura. se non si punta ad arrivare primi non credo sia poi così inaccessibile.
servono sicuramente le gambe ma anche molta testa per non farsi prendere dallo sconforto quando le gambe non ce la fanno più
un grazie a chi ha organizzato, a chi ha pedalato, a chi ha tirato il gruppo e a chi arrancava inseguendo.
foto sul flickr di milanofixed e di diodo
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