Il Muro Di Sormano

quando ero piccolo andavo spesso con mio padre a riempire l’acqua a barni. c’erano due sorgenti e si andava là col pandino rosso pieno raso di cassette con le bottiglie vuote. era una splendida scusa per farsi una micro gita in montagna e passare un sabato pomeriggio diverso dal solito mattone della periferia, già parecchio ostile.
salendo verso barni ad un certo punto, sulla sinistra, c’era una strada ripida ed è li che mio padre mi parlo’ per la prima volta del muro di sormano : dai suoi racconti mi sembrava una delle sette meraviglie del mondo antico e se poi ci aggiungete la vicinanza col ghisallo, dove puntualmente lo costringevo a portarmi, e la mia tenera età capite subito quanto la cosa potesse risultare suggestiva.
il mio amico robin loop non sapeva niente di questa storia, ma quando ha visto su casabella ( N. 774 – febbraio 2009 ) questo articolo ha pensato subito a me, lo ha scansionato accuratamente e me l’ha mandato. grazie inge.

  • emmeunoking

    Sì ma con la mountain è troppo facile!
    Sono ironico.
    Io l’ho fatto due volte con la bici da corsa equipaggiata con la compatta e ogni volta ho sputato l’anima per portare a termine quei 1700 metri pazzi.

  • LOOS1966

    concordo con emmeuno…. sappiano tutti che per “spianarlo” è consigliato almeno un 34×26…e tanto coraggio.
    buona scalata

  • Gente dedita al parkour,a volte,si allena li’…..

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  • Rombolo

    io l’ho fatto 2 anni fa, con la biga da corsa: a metà sono sceso e mmi sono detto che era da pazzi. Un tempo era stato spesso una tappa del Giro: poi in molti ciclisti (professionisti) si sono lamentati ed è stato tolto. Comunque è bello, anche per le frasi soriche dei campioni del passato scritte sull’asfalto, per le indicazioni botaniche delle piante che si fiancheggiano ansimando e gli skyline delle montagne che si intravedono insieme ai miraggi della Madonna ( che è lì vicino… al Ghisallo. A proposito consiglio di andare a vedere il nuovo Museo)

  • pedale.forchetta

    Da ciclista ‘stradista’ non posso esimermi dal lasciare un apprezzamento per la foto e il pezzo 🙂

  • La facevano al Giro di Lombardia soprattutto.
    Vito Taccone ed Imerio Massignan valicarono per primi la prima volta che lo scalavano. Era l’inizio degli anni ’60 e Campagnolo offriva la guarnitura 52-44 (mentre prima, negli anni ’50, si andava solitamente di 52-46 et similia). Raramente si trovano ruotelibere 5v con un pignone con più di 24 denti… Molti scesero dalla bici infatti, anche fra i professionisti.

    Il mio conterraneo Massignan fu il primo a passare sul Passo Gavia, la prima volta che il Giro arrivò lassù. Aveva un buon vantaggio su Gaul e solo la discesa su Bormio prima di completare l’impresa, storica.

    Forse, se avesse vinto, non sarebbe rimasto nella storia. Invece alcune forature, l’ultima a meno di 500 metri dall’arrivo, gli valsero il secondo posto per 12 secondi di ritardo dal lussemburghese.
    Massignan arrivò in lacrime, con il tubolare a terra.

  • umbertino

    sono andato a trovare il muro il 6 ott 2011. era un giovedí. lasciai la macchina lungo il lago subito dopo como e mi avviai verso bellagio, volevo fare il ghisallo prima di sormano per poi riscendere giú al lago dove piú o meno avevo lasciato la mia auto. ero convinto di incontrare molti ciclisti facendo quel percorso mentre invece non trovai quasi nessuno, quando arrivai all'imbocco del muro ero solo con la mia bici, il 34X25 pensavo fosse una garanzia, pochi minuti dopo mi domandavo se ero piú pazzo io a fare quella salita o chi essa aveva deciso di asfaltare. pensavo che se avessi messo giú un piede non sarei piú potuto ripartire, alberi non ce ne sono per aggrapparsi, pensavo anche a quei poveracci che fino a quelche anno fa andavanu su col 39 e ancora prima col 44. ma chi ce lo fa fare? e infatti non la rifaró mai piú. come il muro di huy é da fare un volta nella vita, puó bastare.

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