E poi c’è tutto il necessario per un sano allenamento di follia, per i ragazzi del Team Sky.
Ahhhh questi PRO…
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Trova il particolare mancante
Ieri abbiamo finalmente rimesso le ruote sul legno anche noi, e non è mancato chi ha deciso di lasciarci già un po’ di tessuto sopra: niente di grave in ogni caso, ma soprattutto niente a che vedere con la foto qui sopra… Ma state calmi, è poco più che una ragazzina.
And the winner is…
Neil Bezdek. Ovvero colui che “doveva vincere”, il favorito dai pronotistci, l’americano da battere, l’uomo nelle cui gambe Cinelli ha deciso di far debuttare il nuovo Laser, il PRO, quello odiato da tanti. Senza motivo, che poi Neil è un ragazzo tranquillo, tipico americano da poche parole, tanti entusiasmi e presumibilmente una vita di sudore e fatica sempre in sella: uno di noi insomma, solo più veloce di tanti. Che non è certo una colpa anzi, così come non lo è il suo stile che che è poi lo stile di tutti gli altri Yankee presenti alla Red Hook: giovani, brillanti, allenati, tutti con le loro gambotte tornite da far paura a noi locals e lo “skill” di chi in sella a scatto fisso ci vive davvero e non ne fa solo uno sport. Ma che quest’anno la Red Hook Milano non sarebbe più stata il “giochino” dei fissati lo si sapeva già, seppure alla fine di veri specialisti di categoria – chiamiamoli fixed gear street rider – in realtà non è che ce ne fossero così tanti. Perlomeno se parliamo di detentori del sapere a scatto fisso, gente come Chas di Mash, come il “nostro” Ortu e qualche altro, che però non ha popolato il gruppo dei più forti. Perchè se c’è una considerazione da fare, è che la davanti si è vista gente italiana che il fisso lo porta da paura, ma che per molti, se non tutti, è in realtà un di più di una buona carriera ciclistica nel quale trovare nuovi stimoli e divertimento. E si badi bene che è una considerazione e non una critica questa, ma anzi perchè è proprio un gran bel di più in fondo quello che stiamo vivendo: segno che c’è modo (ed i mezzi) di continuare a fare le cose bene, e di innovare e rinnovare il ciclismo anche qui da noi.
E sale, sale e salirà…
Han previsto rapido calo delle temperature, la luce è già merce rara dopo le 18, anche il Loca dei Manetta ha cambiato il telaio… Insomma manca solo qualche giornata di pioggia e poi sarà tutto pronto: ad un nuovo freddo e duro inverno di Ciclocross. E se quelli veri facevano questo nel 2005, oggi dove arriveremo? E sale, sale, saliràààààà
Ce l’hai questa?
Foto e dida sono talmente belle che non ce la sentiamo di aggiungere altro. La foto è quella qui sopra, la dida invece dice: “Nel caso abbiate mai pensato “Cavoli, mi piacerebbe vedere una foto di Andy su una MTB mentre fa una penna in Colorado“. Eccola qua…
Pronta per sabato sera
E’ appena nato ma è già pronto per correre. Quello qui sopra è infatti il primo prototipo del nuovo Laser pizzicato (ringraziamo MrOhm per la foto) ieri sera sull’asfalto della Bovisa per un piccolo test. Niente di ufficiale comunque, il debutto in società è previsto per questo sabato, quando le gambone di uno dei pretendenti alla vittoria, Neil Bezdek, lo butteranno nella mischia della Red Hook.
…e le miss dell’Eroica
Che Gaiole in Chianti sarà il place to be di questo weekend ve lo abbiamo detto qui sotto, che sarà una figata lo sapete già, e che come ogni anno si rinnoverà la sfida tra Eroici di ogni nazione è tanto vero quanto non scritto da nessuna parte. Quest’anno poi c’è chi ha messo in piedi uno squadrone come quello Ciclistica che conta oltre 15 eroici e non ha lesinato su nulla. Nemmeno sulle Miss: ecco le prove generali di podio, e pregasi notare la manina furbetta della pin up intenta a turbare la solita, irreprensibile, concertazione ciclistica di Menthos…
Ti scatto in faccia ai 55
Sembrava avesse perso l’attimo, ma lui l’attimo non lo perde mai. Mark Cavendish il supervelocista non ha mancato l’appuntamento con il Campionato del Mondo 2011 ed il suo percorso pianeggiante, con una volata da panico. Con buona pace dei suoi rivali, di un Cancellara che c’è sempre (lui che velocista non è) e di un Italia che invece oggi molto semplicemente non aveva i “numeri” per poterci essere. Pauroso il ragazzo.
Arte moderna
…e aggiungiamo dolorosa (soprattutto da “produrre), specie per l’eroico Johnny Hoogerland, che ha reagito così eroicamente all’incredibile caduta che lo ha visto protagonista al Tour de France di quest’anno, da convincere gli uomini della Fast Forward a dedicargli questa opera di arte moderna come ricordo di quella incredibile esperienza.
Shit happens
…anche il mitico Vigo ogni tanto può perdere il suo famoso sorriso: questo in foto che abbiamo trovato sul blog dei Rocknrolling Cycling Team, è quello del gestore di Cycleangelo dopo l’incontro forzato con un taxi newyorkese. Dal risultato disastroso: telaio da buttare e clavicola da sistemare per lui. Mi raccomando, occhi sempre ben aperti ragazzi. Cycling is a dangerous sport?
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